La storia di Gabriele Villa è una storia che si intreccia con quella della Cooperativa Demetra che ha contribuito a fondare ormai trent’anni fa, da tutti riconosciuta come una importante realtà di riferimento per l’arboricoltura italiana. Una realtà cresciuta a poco a poco che mostra due facce, quella della professionalità e quella della solidarietà. Demetra è infatti una cooperativa sociale che promuove percorsi di integrazione per soggetti in difficoltà. A questa dimensione Gabriele ha sempre dedicato tempo e passione: ad insegnare le tecniche ed i tempi del lavoro, perché a ciascuno, pur fragile e debole, fosse data una nuova opportunità.
E’ stato un appassionato conoscitore degli alberi, un esploratore insaziabile e infaticabile, sempre disposto a mettersi in gioco, un insegnante intelligente e divertente, capace di suscitare l’interesse di chi lo ascoltava. Ancora oggi molti corsisti della Scuola Agraria del Parco di Monza ricordano le sue lezioni sull’ arboricoltura, sulle tecniche di potatura, sulla valutazione di stabilità degli alberi.
Non si accontentava di ciò che sentiva, andava alle fonti: le nuove teorie andava a cercarle là dove nascevano.
Per questo ha voluto far tradurre dal tedesco i principi fondamentali della meccanica degli alberi di Claus Mattheck , docente alla Università di Karlsruhe in Germania, divenuto poi suo caro amico. Ha convinto una casa editrice milanese, Il Verde Editoriale, specializzata nella pubblicistica di settore, a pubblicare questi testi, ancora oggi preziosi e richiesti da chi si affaccia, seriamente, alla professione di arboricoltore. E’ stato uno dei primi a parlare in Italia di Valutazione di Stabilità degli Alberi, mutuando le buone pratiche in uso in Germania, trasferendole ed adattandole alla nostra realtà territoriale. Ma ha anche contribuito a diffondere la dendrocronologia, l’analisi degli anelli di crescita degli alberi, la loro relazione con il clima, portandola fuori dagli ambiti accademici.
La conoscenza necessaria: da sempre è stato un sostenitore del concetto che sia la “custodia del verde” che quella dell’ambiente, debbano passare prima dalla profonda conoscenza dell’oggetto, e che la conoscenza sia la vera arma di cambiamento solo se diffusa, scambiata, contaminata. Da tutti ritenuto uno dei più grandi arboricoltori, ha sempre creduto nella circolazione delle idee, nel confronto tra le differenze, anche aspro, ma aperto e leale.
Di lui ricordiamo, oltre la simpatia, la grande capacità di relazione che nel corso degli anni gli ha permesso di maturare una serie di contatti con grandi e piccoli operatori del settore, università ed aziende, professionisti e semplici appassionati. A tutti dedicava tempo ed ascolto.
Insomma, un arboricoltore innovativo, curioso, appassionato e , diremmo oggi, socialmente responsabile.
L’iniziativa: “Gli Alberi di Gabriele”
È stato un po’ difficile scegliere il nome. Non doveva essere troppo lungo, doveva essere chiaro. È venuto fuori questo. Ci è mancata la sua capacità di sintesi, lo slancio per andare oltre, la visione.
Dietro ci sta molto. C’è l’affetto che ognuno di noi porta in cuore per Gabriele, gli incontri, gli scontri, il suo essere sorridente, aperto, il mettersi in gioco sempre, fino in fondo, senza barare.
Questa è un’iniziativa nata e condivisa dalle persone più vicine a Gabriele, per far continuare a vivere il suo slancio, il suo amore per la natura, il suo spirito di ricerca, la sua insaziabile curiosità e il desiderio di rendere questo nostro mondo un po’ più giusto e bello. Piantare un albero può significare tutto questo? Sì se non parliamo solo di numeri, ma di rispetto per l’ambiente, di innovazione, di futuro e ci mettiamo il cuore e la testa, come ha sempre fatto lui.
Vogliamo condividere questa iniziativa con tutti quelli che hanno conosciuto Gabriele. Un gesto di affetto, un ricordo, una promessa.
La creazione di una comunità in nome di ciò che amava e di ciò che sperava.
Una vita, quella di Gabriele, passata tra gli alberi ad esplorarli, salirci anche, per sentirli, capirne il mistero, la vita, la loro evoluzione, e poi la cura. Ombra e luce, energia e resilienza. “Gli alberi si prendono cura di noi”.
Se l’albero è la congiunzione tra Cielo e Terra, gli alberi ci possono riportare, in qualche modo, chissà, la sua presenza e il suo spirito.
Questa iniziativa propone a tutti quelli che vogliono aderirvi di piantare un albero in un luogo a libera scelta, fotografarlo, magari fare la foto di gruppo “albero + piantatore”, indicare le coordinate GPS e lasciare un breve messaggio. A distanza di qualche giorno, il tutto comparirà su una mappa dedicata, in cui ci si potrà ritrovare con il proprio albero.
Lì ci troveremo con altri amici e in buona compagnia. E forse qualcuno dei nostri alberi sarà fonte di osservazioni e scoperte che varrà la pena di diffondere o di sviluppare.
Poi, quando vorrete, potrete tenerci aggiornati sulla buona crescita del vostro albero.
Grazie a tutti
Segnala l’albero che hai piantato
La mappa:
La Favola di Gabriele
Vi vogliamo raccontare una storia, veramente accaduta, perché noi c’eravamo.
E’ la storia di un graaaande giardiniere. Non di statura.
Era grande perché aveva:
un grande cuore,
grandi pensieri,
un grande sorriso.
E aveva grandi mani. Adatte al suo lavoro.
Erano grandi per piantare molti alberi, per seminare molti semi, per innaffiare interi prati e boschi. ma soprattutto erano grandi per curare e custodire.
Era così grande che divenne un gigante. E crebbe così tanto, che non entrava più in nessun luogo della Terra. Andò così ad abitare in cielo.
Ma da lì promise di continuare a fare il suo lavoro.
Infatti a volte, da lì, ci lancia pensieri, immagini, parole…
Altre volte ci lancia dei semi… di cosa? Di papaveri, di viole, di margherite, di gelsomino; così quando il nostro giardino e’ pieno di fiori diciamo: ” ah, é il gigante dei cieli, che gli ha dato una mano!”
Si può anche parlare con lui: basta far volare degli aquiloni, o dei petardi, o dei razzi. Non importa se volano alto o basso, basta scrivere quello che vogliamo raccontargli, ed il vento glielo riferisce.
E lui ci risponde: lanciando parole, pensieri, immagini.
Ogni tanto dal cielo innaffia. Per far crescere i fiori, ovviamente, ma anche le nostre idee.
E se certi giorni non abbiamo aquiloni, né petardi, né razzi, allora parliamo alle stelle.
Loro gli dicono tutto, tutto quello che vogliamo raccontargli.
Questa è la vera storia di Gabriele, il gigante dei Cieli,
di Gabriele, il nostro collega
di Gabriele, il giardiniere delle stelle.
Le “ragazze” del settore educazione ambientale di Demetra